Trossieri - Pian Faetto

Verso la fine del 1500, la comunità protestante di Trossieri espresse la volontà di costruire un tempio all'interno dell'area del villaggio. L'autorizzazione richiesta venne negata, e pertanto sii decise come sito per la costruzione dell'edificio il Borgo di Pian Faetto, situato quasi al termine del Vallone omonimo. Nel 1800 la struttura mutò destinazione e divenne una scuola di quartiere; il suo aspetto esterno con la breve scalinata, la facciata simmetrica e il piccolo rosone alla sua sommità ne ricorda ancora la precedente funzione.

Balbencia

Si ricorda che in questo borgo si tennero culti in un tempio di quartiere tra il 1620 e il 1689.

Serre Marco

Sede di un tempio nel 1500, distrutto dai conti Trucchietti nel 1560 e ricostruito l'anno successivo, abbattuto definitivamente nel 1686 ,poco dopo la revoca dell'Editto di Nantes. L'area sulla quale sorgeva è ora attraversata dal vicolo interno al villaggio.

Località La Tiriero

Questo piccolo borgo (il cui nome significa canalone) situato a 1310 di quota, ospita i resti di un interessante esempio di architettura tipica: una casa contadina con grandi pilastri disposti lungo la facciata più soleggiata, che delimitano e scandiscono l'avancorpo dell'abitazione. Elementi strutturali di questo tipo sono inconsueti in Val Germanasca, mentre sono abbastanza comuni in Val Chisone (un esempio notevole è la Casa Presbiteriale di Pramollo) e in Val Pellice; questo porta ad ipotizzare che i costruttori dell'abitazione, denominata tradizionalmente Cazei Blanc (Casa Bianca), siano giunti da Pramollo attraverso il vicino colle Laz Arâ.
La costruzione fu incendiata durante la Seconda Guerra Mondiale, e mai più ricostruita.

Antica Chiesa di San Martino

E' il più antico edificio di culto nel Pinerolese ancora identificabile. Citato già in un documento del 1064. All'interno dei suoi suggestivi ruderi si possono ancora riconoscere gli archi delle navate e tracce di affreschi.
E' interessante ricordare un trentennio di occupazione da parte dei valdesi, che nella seconda metà del XVI secolo lo utilizzarono per il loro culto.

Palazzo dei Trucchietti

I Trucchietti, anticamente Conti della Val San Martino, avevano il loro palazzo nelle vicinanze dell'attuale borgata Cassas, in una località detta Palaisas (Palazzaccio). Ancora oggi se ne possono ammirare i ruderi.

Archivio storico

L'archivio storico del Comune di Perrero è costituito da una ricca documentazione del XVI secolo, comprendente una sezione sulla Pretura. Ci sono inoltre gli archivi parrocchiali cattolici, contenuti presso le varie parrocchie ed aventi registrazioni di atti ecclesiastici e documenti vari a partire dal 1500. L'archivio parrocchiale valdese si trova presso l'Archivio della Tavola Valdese a Torre Pellice, e contiene registri e documenti a partire dal 1700.

Scarica una descrizione dettagliata dell'archivio.

Monumento a Giulio Martinat

Perrero dedica un monumento comune ai suoi Caduti e al più illustre tra questi, il gen. Giulio Martinat. Nato il 24 febbraio 1891, a Maniglia, in una famiglia valdese, Martinat è una figura di grande cultura e rigore morale.

Comincia prestissimo la carriera militare (nel 1910 era già in Libia, con il grado di sergente), ma questo non gli impedisce di completare gli studi in Giurisprudenza e di approfondire la conoscenza di ben sei lingue straniere (francese, inglese, tedesco, spagnolo, russo e serbo).

Passato al Terzo Alpini "Pinerolo", combatte la Grande guerra, diventando dapprima tenente (1915) e poi capitano (1916).

Negli Anni '20 è in Ecuador, con la Missione militare italiana. Nominato maggiore nel '27 e tenente colonnello nel '34, viene insignito di medaglia d'argento a Mogadiscio (nel '35).

Lo scoppio,della Seconda guerra mondiale lo trova in Albania come capo di Stato maggiore del XXVI Corpo d'Armata alpino (seconda medaglia d'argento e Croce, dell'Ordine militare di Savoia). Partito per la Russia il 17 luglio 1942, a novembre è promosso Generale di brigata. È in questa veste che, colpito da una scheggia di mortaio, muore sul Don insieme a molti dei suoi alpini Il monumento, opera dello scultore torinese Emilio Musso e scoperto il 21 maggio 1950, accomuna Martinat ai 36 "gloriosi figli della valle di S. Martino": civili, soldati, marinai, carabinieri e partigiani morti tra il 1935 e il 1945.

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