Perrero dedica un monumento comune ai suoi Caduti e al pił illustre tra questi, il gen. Giulio Martinat. Nato il 24 febbraio 1891, a Maniglia, in una famiglia valdese, Martinat č una figura di grande cultura e rigore morale.
Comincia prestissimo la carriera militare (nel 1910 era gią in Libia, con il grado di sergente), ma questo non gli impedisce di completare gli studi in Giurisprudenza e di approfondire la conoscenza di ben sei lingue straniere (francese, inglese, tedesco, spagnolo, russo e serbo).
Passato al Terzo Alpini "Pinerolo", combatte la Grande guerra, diventando dapprima tenente (1915) e poi capitano (1916).
Negli Anni '20 č in Ecuador, con la Missione militare italiana. Nominato maggiore nel '27 e tenente colonnello nel '34, viene insignito di medaglia d'argento a Mogadiscio (nel '35).
Lo scoppio,della Seconda guerra mondiale lo trova in Albania come capo di Stato maggiore del XXVI Corpo d'Armata alpino (seconda medaglia d'argento e Croce, dell'Ordine militare di Savoia). Partito per la Russia il 17 luglio 1942, a novembre č promosso Generale di brigata. Č in questa veste che, colpito da una scheggia di mortaio, muore sul Don insieme a molti dei suoi alpini Il monumento, opera dello scultore torinese Emilio Musso e scoperto il 21 maggio 1950, accomuna Martinat ai 36 "gloriosi figli della valle di S. Martino": civili, soldati, marinai, carabinieri e partigiani morti tra il 1935 e il 1945.